Vivere in un parco

Chi non rimpiange le atmosfere dei piccoli villaggi, il senso di appartenenza ad un luogo, ad una comunità, la condivisione di spazi, momenti ed esperienze?
Chi non vorrebbe vivere in case nel verde, aprire la finestra, al proprio risveglio, e respirare odori dimenticati, raccogliere frutti e ortaggi del proprio giardino, accompagnare i figli a scuola in bicicletta, e trascorrere con loro il proprio tempo libero, in un parco a due passi da casa?

Negli ultimi anni, la Cooperativa Andria ha lavorato per trasformare questa utopia in un progetto reale: dare vita a piccole comunità, a due passi dai centri urbani di Modena e Reggio Emilia. Per farlo, si è ispirata ad una rivoluzionaria filosofia urbanistica e ambientale: “vivere in un parco”, abbracciando un modello che superi le “vecchie lottizzazioni”.

L'utopia che diventa progetto

Per ritornare ad uno stile di vita di qualità non è necessario rifugiarsi in un remoto paesino di campagna. Proprio per questo, Andria ha trasformato alcune aree dismesse e degradate in una grande opportunità: realizzare quartieri di case nel verde, accoglienti ed ecologiche, in cui rispolverare un vecchio ideale di comunità. Un obiettivo che può essere raggiunto solo recuperando un armonico legame tra gli spazi e chi li abita.

L'armonia tra abitazione e paesaggio: vivere in case nel verde

Questi piccoli gruppi di abitazioni, infatti, rispettano l’identità dei luoghi e dei paesaggi: le architetture progettate tengono conto degli equilibri volumetrici tra le case e i luoghi pubblici. In secondo luogo, hanno un impatto minimo sull’ambiente circostante, poiché sono dotate di impianti e accorgimenti tecnologici che limitano le dispersioni energetiche e garantiscono bassi consumi.
Infine, realizzano l’ideale di uno stile di vita all’aria aperta: “vivere in un parco” non è un’astratta filosofia, ma l’approccio concreto che ha ispirato il disegno di questi quartieri. La maggior parte delle abitazioni, infatti, possiede un giardino privato e si affaccia su un grande parco centrale, progettato da un’esperta paesaggista.

La comunità che vive nel parco

La presenza di numerosi spazi verdi comuni permette di realizzare l’ideale di una comunità che partecipa attivamente alla vita del quartiere. Esiste infatti una continuità tra spazi pubblici e spazi privati, tra i parchi e i giardini delle abitazioni, creata dalle corti residenziali: luoghi d’incontro per gli adulti e sicure aree da gioco per i bambini.

Una gerarchia di percorsi, inoltre, permette di abbandonarsi a lunghe passeggiate a piedi o in bicicletta, senza preoccuparsi della presenza di automobili: le strade rimangono infatti all’esterno dei quartieri, attraversati solo da percorsi pedonali, e piste ciclabili immerse nel verde.

I servizi per l'infanzia

Alcune di queste aree residenziali dispongono, infine, di scuole convenzionate con le amministrazioni comunali: asili nido, scuole materne e scuole elementari che ospitano attualmente circa 500 bambini.
Una comodità impagabile che regala un valore aggiunto a questi quartieri di case nel verde.

I parcheggi e le strade

Le strade, all’esterno dei quartieri, sono realizzate con andamento sinuoso, e sono dotate di rotonde o piani rialzati negli incroci principali, in modo da rallentare il traffico e rendere più sicura la circolazione delle automobili in prossimità delle case nel verde. Appena fuori dalle aree residenziali, sono stati inoltre realizzati dei parcheggi terminali, ai quali i residenti accedono mediante un pass: da qui, appositi percorsi conducono ai garages delle abitazioni.

Recupero e riqualificazione

Intorno agli anni Ottanta, la realizzazione di quartieri residenziali ha portato ad un lento abbandono dei centri storici. Contemporaneamente, le attività produttive venivano dislocate in aree esterne alla città, lasciando al loro posto ampie aree degradate e inutilizzate, sia nei centri storici che quartieri limitrofi .

Questi cambiamenti hanno influenzato le scelte urbanistiche delle amministrazioni comunali, sempre più orientate alla valorizzazione di aree dismesse.

In questa direzione si è mossa anche Andria, che dal 1985 al 1992 si è dedicata alla ristrutturazione di case e appartamenti in centro storico, in particolare nel comune di Correggio, per poi passare, negli anni successivi, alla riqualificazione delle zone adiacenti.

Il progetto implicava un compito delicato e importante: trasformare anonimi spazi in “luoghi urbani”, in aree cariche di interesse e di significato. Per raggiungere questo obiettivo, è stato necessario studiare le caratteristiche storiche, morfologiche e urbanistiche del territorio, che hanno fornito le premesse indispensabili per la progettazione.

Case per Gio.Co

Per una giovane coppia che decide di mettere insieme le proprie forze e realizzare un progetto di vita comune, la casa costituisce un punto di partenza, sia simbolico che fisico. All’inizio di questo percorso, costruire case per giovani coppie non è facile: desideri e possibilità economiche camminano spesso in due opposte direzioni, ed è per questo che la loro prima esigenza diventa quella di un’abitazione a prezzi contenuti. Gli spazi non costituiscono ancora una preoccupazione concreta, ma lo saranno con l’evoluzione del nucleo familiare: l’aumento dei componenti richiederà certamente una casa più grande. Come trovare allora il giusto compromesso tra il bisogno di acquistare in un immediato presente, la necessità di contenere i costi, e il desiderio di realizzare l’abitazione dei loro sogni, in un futuro non troppo lontano?

Andria ha colto le difficoltà e le esigenze che si pongono davanti ad una giovane coppia: la sua risposta è stata “Case per Gio.Co”, case per giovani coppie flessibili e creative che “crescono” nel tempo, insieme alle esigenze del nucleo familiare.
La sigla “Gio.Co” (letteralmente “Giovani Coppie“) richiama insieme destinatari e intenzioni del piano della cooperativa: l’allusione alla parola “gioco” rimanda infatti alla volontà di realizzare una soluzione creativa e, nel caso specifico, “espandibile”.

Come nascono le case per giovani coppie

Le “case per Gio.Co” infatti sono abitazioni per giovani coppie parzialmente “autocostruibili”: piccole all’inizio, si prestano ad aumentare il loro volume, seguendo le variazioni del nucleo familiare.
L’ipotesi progettuale di Andria trae ispirazione dalla teoria di Habraken espressa in “Strutture per una residenza alternativa”: nell’abitazione viene individuata una parte stabile, definita “supporti”, e una parte mobile, di “autocostruzione”, che viene definita “unità staccabile”.
La cooperativa ha pertanto dato in appalto all’impresa tutte le parti pesanti del processo edificativo: la “soluzione base” già abitabile, viene consegnata agli utenti che, quando vorranno, potranno intervenire sulle parti più leggere, personalizzando la loro abitazione.
Una soluzione che evita, per riprendere ancora le parole di Habraken, che “l’abitante della città moderna sia un nomade che si sposta da un luogo all’altro senza partecipare all’evoluzione del suo ambiente”.

Per rendere comprensibile il progetto, Andria ha realizzato una casa in dimensione reale (con mattoncini di plastica ed arredi di polistirolo), presso il Laboratorio Tipologico Nazionale di proprietà del Ministero dei Lavori Pubblici (C.E.R.) e in gestione a OIKOS ricerche.
Alla mattina, è stata mostrata la casa nella “versione base”, per poi arrivare, nel pomeriggio, alla “versione evoluta”. Per i progettisti, abituati a pensare in modo tridimensionale, a possedere lo spazio, questa verifica ha rappresentato una conferma dei loro obbiettivi. Per le giovani coppie, un’esperienza che ha consolidato la fiducia nel progetto e l’entusiasmo nei confronti della loro futura abitazione.

Coriandoline

La Cooperativa Andria studia e realizza le sue abitazioni partendo dalle esigenze abitative dei suoi soci, ciò vuol dire soddisfare i bisogni di tutta la famiglia, inclusi quelli dei più piccoli. Proprio per questo, nel 1995 Andria ha dato inizio ad un nuovo progetto: Coriandoline, le case che rispondono ad un diverso modo di abitare, a misura di bambino.

La loro realizzazione ha richiesto 13 anni di ricerca, realizzata con il contributo di 700 bambini delle scuole materne di Correggio e Rio Saliceto, che hanno lavorato a fianco di educatori, tecnici, artigiani, studiosi e artisti.

Dopo 4 anni di riflessioni, laboratori e mostre, nel 1999 è nato il Manifesto delle esigenze abitative dei bambini, un documento in cui sono state raccolte le emozioni, le idee e gli stati d’animo, i desideri dei bambini. Da questo lavoro, è stato tratto un decalogo che ha ispirato la realizzazione del progetto: Le Coriandoline sono abitazioni trasparenti, dure fuori, tranquille, giocose, morbide dentro, decorate, intime, grandi, bambine, magiche.

Nel Settembre 2008, questo studio ha finalmente dato i suoi frutti: nel comune di Correggio (RE), è stato infatti inaugurato il coloratissimo quartiere Coriandoline.

Da allora, ogni anno numerose delegazioni italiane ed internazionali visitano il quartiere ed il centro di documentazione “Officina dei coriandoli” per approfondire le varie fasi del progetto ed immergersi dal vivo nella magica atmosfera del luogo.

Storie di abitanti

Artisti per Andria

  • Bolognesi Ferruccio (scultore)
  • Boni Fabio (fotografo)
  • Cavazzoni Ermanno (scrittore)
  • Cicconi Fabrizio (fotografo)
  • Ghirri Luigi (fotografo)
  • Luzzati Emanuele (scenografo-costumista-pittore)
  • Pederiali Giuseppe (scrittore-fumettista-giornalista)
  • Pillitu Luigi (scultore-pittore)
  • Saltini Andrea (pittore)
  • Massimo Mantovani (fotografo)